Post Naturale, la natura secondo l’essere umano prossimo al Post Umano
L’essere umano da costruttore del mondo che lo circonda si appresta a divenire costruttore di se stesso, in un’ottica di miglioramento della qualità della vita, di allungamento della vita stessa e di miglioramento delle capacità intellettive. Nell’ epoca della “post natura” si va verso quello che viene definito “post umano”.
Nasce con Julian Sorell Huxley il concetto di Transumanesimo, proprio il fratello maggiore del più noto Aldous Leonard Huxley di “Brave new world”, Julian definiva nel 1957 il transumano come: “l’uomo che rimane umano, ma che trascende se stesso, realizzando le nuove potenzialità della sua natura umana, per la sua natura umana”.
Il progresso scientifico e tecnologico e la velocità con la quale lo stesso progresso si concretizza, fanno si che l’essere umano si senta onnipotente e certo che tutto possa essere aggiustato e migliorato, ed anzi che sia compito dell’essere umano porre rimedio alle imperfezioni della natura.
Il transumanesimo è un movimento culturale secondo il quale la durata della vita e l’intelligenza umana possono essere aumentate in una prospettiva di integrazione tra macchine ed esseri umani sempre più simbiotica.
Il “ post umano ” è in fase di definizione, molto interessante in questa direzione il progetto “The British Institute of Posthuman Studies” di Marco Vega e Peter Brietbart della Sussex University, che stanno raccogliendo fondi tramite kickstarter per realizzare una serie di documentari che vogliono appunto investigare il “ post umano ”, qui di seguito il primo che è un introduzione al transumanesimo.
Parafrasando il tutto potremmo affermare che stiamo vivendo in un epoca di “transnaturale”, in cui la biogenetica e la meccanizzazione dei processi produttivi in campo agricolo hanno creato il “post natura” con la creazione di nuove specie vegetali che vivono più a lungo e producono di più.
La maggior parte degli alimenti che troviamo in commercio è altro rispetto agli stessi prodotti della terra del prima che l’uomo decidesse di migliorarne la struttura genetica e che decidesse di selezionare le varietà ritenute migliori decretando la scomparsa di quelle non degne di continuare il proprio processo evolutivo in modo naturale.
Si inizia a parlare di “post naturale”, come il fotografo Vincent Fournier che ha realizzato “Post Natural History: archeology of the future” un box set ad edizione limitata di sole 50 copie in vendita alla cifra di €1.200, l’artista riassume così la sua opera: “Sono storie di possibili scenari in cui diverse specie viventi sono modificate per adattarsi meglio al nostro ambiente, nonché per adattarsi ai nuovi desideri umani”.
L’essere umano ha un ruolo decisivo nell’ evoluzione del pianeta Terra, sembra che tutto sia possibile e nulla inevitabile, costruttore del mondo a proprio uso e consumo, sembra che a guidarlo non sia più lo spirito di sopravvivenza ma la voglia di “onnipotenza divina”.
Il Center for Post Natural History, inaugurato da Richard Pell a Pittsburgh nel giugno del 2011, rappresenta un vero e proprio Tempio del geneticamente modificato dove è possibile apprezzare da vicino i prodigi della scienza che modifica le specie animali e vegetali.
D’altro canto sembra che si stia formando una sacca di resistenza internazionale di persone che, guidate dal proprio intelletto e dallo spirito di sopravvivenza, vorrebbero che l’essere umano ritornasse ad essere una delle tante specie animali presenti sul pianeta terra in relazione di interdipendenza con le altre specie vegetali e animali.
Non è un caso che proprio Julian Sorell Huxley sia stato segretario della Società Zoologica di Londra dal 1935 al 1942, il primo Direttore dell’UNESCO, e membro fondatore del WWF, forse proprio perché le sue riflessioni sul transumanesimo, che oggi più che mai sembrano concretizzarsi, lo portarono a dare vita a queste organizzazioni internazionali per la salvaguardia della biodiversità, dell’essere umano e di ciò che ha creato, più in generale alla protezione dell’ “era così”.
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