CSA: prospettive di rural social innovation
Esistono realtà di agricoltura collaborativa nelle quali produttori e consumatori si impegnano reciprocamente per supportare la produzione e la distribuzione dei prodotti della comunità locale. Con l’obiettivo di scoprire queste buone pratiche ed alimentarne la diffusione nel nostro paese nasce la rubrica dedicata all’Agricoltura supportata dalla Comunità.
Agricoltura supportata dalla comunità, in inglese Community Supported Agricolture (CSA) è un termine ancora poco diffuso in Italia. Nonostante ciò, esistono tantissime iniziative che possono ritenersi vicine al concetto di CSA. Questa rubrica vuole essere uno punto di partenza per scoprire quali sono le esperienze italiane di agricoltura collaborativa e confrontarle con case study provenienti da altri paesi, come Stati Uniti o Inghilterra, in cui c’è un alto livello di sensibilizzazione su questa tematica.
Rural Social Innovation System
La CSA è indubbiamente il caso concreto più significativo di applicazione pratica dei concetti di disintermediazione e redistribuzione del valore all’interno della comunità, che costituiscono, insieme allo storytelling, i pilastri fondamentali del Rural Social Innovation System. Entrambi i fattori sono estremamente correlati ed operano in una dinamica di comunità, mettendo in connessione produttori e realtà locali nonché innescando meccanismi di ritorno del valore materiale e immateriale.
A tal proposito il Manifesto della Rural Social Innovation parla di marketing comunitario, auto-organizzato, che trascende la dimensione di pura pratica commerciale per diventare pratica civica, capace di generare valori etici per la comunità. Sono i consumatori stessi, infatti, a stabilire il valore dei prodotti in base alla loro qualità ed al rispetto dei valori civici.
L’agricoltura supportata dalla comunità indica un approccio radicale alla produzione e alla distribuzione del cibo che crea una forte relazione fondata sulla mutua partecipazione tra produttori e comunità locale.
Produttori agricoli + consumatori + impegno reciproco = CSA e altre immense possibilità
Così Elizabeth Henderson, autrice di Sharing the Harvest, riassume la formula magica dell’agricoltura supportata dalla comunità.
Nulla di nuovo. Nel senso che per molto tempo gli uomini sono stati a stretto contatto con la terra dalla quale provenivano i loro prodotti. Coltivare alimenti è sempre stata una delle attività basilari dell’esistenza umana, come nutrirsi, crescere e riprodursi. Solo che l’avvento dell’industrializzazione ha portato allo sviluppo di un sistema di produzione e distribuzione di massa che ci ha fatto perdere il contatto diretto con la terra dalla quale provengono i nostri cibi, e di norma ci risulta più facile pensare che le uova provengano dallo scaffale del supermercato piuttosto che dalla gallina del pollaio.
In questo contesto, la CSA si inserisce come modello in grado di rispondere alle preoccupazioni globali sulla sostenibilità, la resilienza e la trasparenza dei sistemi di produzione.
Parliamo di un modello, non di una struttura fissa. Si tratta di un approccio che si declina in una vasta gamma di iniziative, nelle quali il minimo comune denominatore è lo stretto legame tra le comunità ed i produttori locali: un tipo di supporto che va al di là dello scambio convenzionale di denaro in cambio di beni appartenente alla classica logica di mercato ed ha un grande potenziale in termini di soddisfacimento della triple bottom line che coniuga sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Una ricerca condotta da Soil Association per un progetto a supporto delle CSA, parte del programma Making Local Food Work, ha scovato almeno 80 iniziative attive in Inghilterra nel 2011 e le ha analizzate con lo scopo di misurarne gli impatti nella realtà locale. Noi di Rural Hub abbiamo pensato di tradurla per metterla a disposizione dei Rural Innovator italiani e per trarne interessanti spunti di riflessione e confronto con le iniziative presenti nel nostro paese.
La ricerca fa una distinzione da quattro principali tipologie di CSA:
- Iniziative guidate dai produttori, in cui gli agricoltori offrono ai membri della comunità una quota della produzione in cambio di una sottoscrizione annuale. Ad esempio, a Dragon Orchard la famiglia Stainer condivide il raccolto del proprio frutteto previa sottoscrizione annuale. I membri raccolgono i propri frutti direttamente dal terreno nel corso di week-end appositamente organizzati per la raccolta ed è possibile anche prendere in adozione un albero.
- Iniziative guidate dalla comunità, dove basta prendere in gestione un appezzamento di terreno e coltivarlo insieme. I prodotti possono essere distribuiti all’interno della comunità e/o venduti per il sostentamento dell’organizzazione. Forse suona più familiare parlare di “orto sociale”, ma si tratta comunque di CSA.
- Accordi tra produttori e comunità, approccio analogo a quello dei Gruppi di acquisto solidale già ampiamente diffusi in Italia ma che oltrepassa la logica da consumatore per addentrarsi in quella di membro della comunità. Lo slogan di Growing Communities, ad esempio, è “trasformare il cibo e l’agricoltura attraverso il commercio gestito dalla comunità”.
- Imprese gestite dalla comunità locale, che producono e vendono i propri prodotti anche all’esterno della comunità stessa, forse il caso più complesso da analizzare.
Ingrediente base di queste iniziative è la fiducia. Per innovare ce ne vuole tanta e deve essere fiducia reciproca tra produttori e consumatori, in grado di costruire relazioni durature nell’ottica di una gestione compartecipata della produzione di cui tutta la comunità può godere.
Gli altri ingredienti li scopriremo insieme nel corso di questa rubrica. Cercheremo di approfondire dettagliatamente ogni tipologia di CSA e speriamo di attivare tante conversazioni in rete sulle esperienze innovative italiane.
Pensate di conoscere iniziative di agricoltura supportata dalla comunità?
Qualche indizio: pensate agli orti sociali o ai gruppi di acquisto solidali…
Quali buone pratiche di agricoltura collaborativa ci circondano in Italia?
Scarica la ricerca di Soil Association
[…] da adibire a tale scopo (discussione PAES e altri). – attivare iniziative di CSA (Community Supported Agricolture), questi “esperimenti agricolo-sociali” stanno incrementando la qualità della vita in […]