Anticorpi alla società dell’eccesso nell’ultimo articolo di Agostino Riitano
Questioni cruciali del contemporaneo, messe a fuoco attraverso le prospettive intellettuali più avanzate, nell’articolo del nostro Agostino Riitano, Frugalità come ebbrezza della sobrietà, appena apparso su Che Fare.
La faglia di un tempo alienato nella relazione uomo-mondo si riempie e ci ingolfa di bisogni, cose, rifiuti, funzionali al mercato e al consumo. La crisi economica non ci ha cambiati, siamo ancora colmi e infelici.
L’eccesso riguarda tutto. Le merci, le condotte, le informazioni, le esperienze. Il troppo è un pasto che non puoi digerire, che ti ingozza senza saziarti, che ti intuppa e schiatta.
Nella mancanza di tempo si infila tutto ciò che è stato pensato e costruito mentre noi non avevamo il tempo per pensarlo, sognarlo, deciderlo.
Come resistere all’ottundimento dei sensi? Come recuperare il desiderio, il valore dell’esperienza, dello scambio, sottraendoli alle dinamiche mercantili? Come ritrovare indipendenza e autonomia, e ricucire lo strappo temporale nella relazione col mondo?
L’incapacità di individuare l’irrilevante, è anche incapacità di scelta e di esercizio di volontà.