Erba volant: l’approccio biomimetico
È appena arrivato in libreria Erba volant: imparare l’innovazione dalle piante (ed. Codice), un bellissimo saggio di Renato Bruni, docente di Botanica presso l’Università degli Studi di Parma.
Il tema centrale è la biomimetica, cioè “lo studio consapevole dei processi biologici e biomeccanici della natura come fonte di ispirazione per il miglioramento delle attività e delle tecnologie umane” (fonte: Wikipedia), un tema molto caro a Rural Hub, cui qualche anno fa dedicammo uno dei primi workshop su ecodesign e biomimetica guidato da Nicola Cerantola.
La biomimetica, copiando con umiltà e cultura le soluzioni adottate nel corso di millenni dalle piante per risolvere vario genere di problemi, fornisce all’uomo idee e soluzioni non solo più efficienti, ma anche sostenibili. È il caso, ad esempio, delle felci da appartamento che assorbono sostanze nocive diventano un modello per la depurazione dell’aria da benzene, formaldeide e altre sostanze conosciute come Volatile organic compounds, o anche della soluzione, fornita dalla cristallizzazione del trealosio nelle piante, al problema di conservare alcune sostanze biologicamente attive, come i vaccini, alle alte temperature.
In modo chiaro e godibile, come già nel suo blog, Renato Bruni dimostra in nove racconti come gli insegnamenti del regno vegetale possano venire incontro a esigenze le più varie: a progettare reti per lo scambio d’informazioni, a pianificare nuovi approcci al marketing (è il caso della Pollia condensata, una pianta dai frutti iridescenti che grazie all’aspetto irresistibile “manipola” gli insetti), a sviluppare architetture leggere ecosostenibili, a ottenere la fotosintesi artificiale.
Un approccio oggi più che mai non solo auspicabile ma necessario.